È professore ordinario per il settore scientifico disciplinare L-FIL-LET/09 Filologia e Linguistica romanza. Insegna Linguistica sarda e Filologia romanza presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari.
Afferisce al Corso di laurea in Lettere (Corsi di laurea L-10 e LM-14 & 15)
Afferisce al Dipartimento di Filologie e Letterature moderne dell’Università degli Studi di Cagliari di cui è attualmente direttore per il triennio 2009-2010/2011-2012.
È membro del direttivo del Centro di Studi Filologici sardi.
Principali avori scientifici:
- Alcune tracce per la delineazione della poetica di Antioco Casula (Montanaru), «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari», N.S. I (XXXVIII) (1976-77), pp. 343-356;
- Fonetica del dialetto sardo campidanese, Cagliari, Edizioni della Torre,1978;
- Intreccio, strutture, narrazione e discorso nel romanzo: il caso di Chrétien de Troyes (Analisi dell'Erec et Enide e dell'Yvain), Cagliari, Pubblicazioni dell’Istituto di Filologia moderna dell’Università degli Studi di Cagliari, 1980;
Note sul gerundio nelle lingue neolatine, «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari», N.S. IV (XLI) (1983), pp. 149-173;
- L'immagine della castrazione: un tema ricorrente nella letteratura francese del medioevo, Cagliari, 1983;
- Appunti per una sintassi del Sardo, «Biblioteca francescana sarda», I,2 (1987), pp. 409-440;
- Perceval: per un’e(ste)tica del poetico. Fra immaginario, strutture linguistiche e azioni, Oristano, S’Alvure, 1988;
- Sardisch: Areallinguistik (aree linguistiche), in Lexikon der Romanistischen Linguistik, Herausgegeben von G. Holtus, M. Metzeltin, Ch. Schmitt, Tübingen, Niemeyer, 1988, vol. IV, pp. 897-913;
- Note di sintassi sarda medievale, in Studia ex hilaritate. Mélanges de linguistique et d'onomastique sardes et romanes offerts à Monsieurr Heinz Jürgen Wolf, publié par D. Kremer et A. Monjour dans les «Travaux de Linguistique et de Philologie» XXXIII-XXXIV, Strasbourg - Nancy, Klincksieck, 1995-1996, pp. 507-526;
– Prefazione e cura del volume Su birde sas erbas. Poesie bilingui. di Antonio Mura, Nuoro, Ilisso, 1998.
– Edizione critica (definizione del testo, apparato critico e nota al testo) di Anna Maria Falchi Massidda, Glossas, a cura di Giovanna Cerina, Cagliari, CUEC, 1999;
– Dalla leggenda di S. Eustachio al Guillaume d'Angleterre. In Medioevo romanzo e orientale. Il viaggio dei testi (Atti del III Colloquio Internazionale “Medioevo romanzo e orientale”, Venezia, 10-14 ottobre 1996), Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ), 1999, pp. 431-447.
Plasticità della frase sarda (e la posizione del soggetto), «Revista de Filología Románica», XVII (2000), pp. 31-46.
– Gloser la lettre. Marie de France Renaut de Beaujeu Jean Renart, Roma, Bulzoni, 2001, pp. 219.
– La sintassi nelle Carte volgari cagliaritane, in La civiltà giudicale, a cura dell’Associazione “Condaghe di San Pietro in Silki”, Sassari, Associazione “Condaghe di San Pietro in Silki”, 2002, 381-390.
– Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado a cura di Maurizio Virdis, Cagliari, Centro di Studi Filologici sardi - CUEC, 2002.
– Il Condaghe di Santa Maria di Bonarcado (con traduzione italiana a fronte, Prefazione, Nota al testo, testo critico, note e Glossario) a cura di Maurizio Virdis, Nuoro, ILISSO, 2003.
– Per l’edizione dell’Atre Périlleux, in «La parola del testo», XI (2005), pp. 247-283.
– Percorsi e metodi del tardo romanzo cortese, in «Critica del testo», VIII (2005), pp. 629-642.
– Gerolamo Araolla, Rimas diversas spirituales, a cura di Maurizio Virdis, Cagliari, Centro di Studi Filologici sardi - CUEC, 2006.
– L’ombra della scrittura, il pozzo della verità. Riflessioni sul Lai de l’ombre di Jean Renart, in «La parola del testo», 2009 (in stampa).
– L’arte poetica e narrativa di Benvenuto Lobina, in «Portales», 10 (2009), pp. 107-117.
– Prefazione a Idee di Letteratura a cura di Duilio Caocci e Marina Guglielmi, Roma Armando, 2010.
Idee di Letteratura. Medioevo e dintorni, in Idee di Letteratura a cura di Duilio Caocci e Marina Guglielmi, Roma Armando, 2010.pp. 56-69.
Nell’attività extra-accademica Maurizio Virdis si appassiona e si dedica ai problemi attuali della lingua sarda e ai suoi travagli, interni ed esterni, nella prospettiva della dignità e dell’affermazione di essa.
Non disdegna scrivere versi in metro più o meno regolare:
L’ultima menzogna
(Everyman)
Certo va pure trovato quel fine,
lo dicono, e magari ci s’illude
che ce lo porti in mano la corrente
della vita, ed in vero la natura
dovrebbe riportarci al suo richiamo:
ma il fatto è pure che la vita sogna.
Va fatto tutto quello che bisogna,
è questo certo il punto alla fin fine.
Sì, ma è questione d’ordine, e il richiamo
è più d’uno, l’amore che m’illude
per esempio, ed il tempo a sua natura
si puntualizza in furia trascorrente.
Ora mi trovo qui con l’occorrente,
e pare che mi mettano alla gogna.
Com’è che penso – quasi si snatura –
ch’io tutto resti fermo, e tutto fine
fine si muova intorno a me, e m’illude
abbagliato alla luce d’un richiamo?
Come vedessi di sbieco nel richiamo
d’uno specchio il mio viso concorrente
che con faccia di suola disillude
a poco a poco pure la vergogna.
Ma è pure è giusto che vi metta fine.
Che vengo a dire? E dunque a mia natura
mi metto a raccontare la natura
di quello che è successo, e richiamo
una parola che mi paia fine
e sia bastante a imbrigliar la corrente
di tutto quanto questa storia agogna,
sospeso su di un filo in cui s’illude
tale peripezia: perché, chi illude
il bandolo, funzione, la natura:
che non si dica che solo una carogna
io sia? Ventriloquo frugo il richiamo
e l’istanza che dentro, ricorrente,
mi parla dalla soglia, sul confine
in cui è imminente il quid dell’amor fine,
aliena grazia che ordina e che illude,
come una scossa viva di corrente
elettrica, e riscuote la natura
d’un desiderio che mi fa richiamo
e dice «io (…?.)» nell’ultima menzogna.
*
Soror dulcissima, mente te diligo,
ablato corpore. Ignosce, deprecor,
mihi insaniam, pupilla oculi
qua ego video, venusta formula.
Secretum animae solvere cupio
tuae, pulcherrima: quod solvat somnia
cogitationibus iam vero sordidis,
fictionis nebulis dum mecum maneo.
Commotus corporis tui cupidine,
nudum cospiciens mirum mirabile
fictum quod teneo intus intrinsecus,
nudam te amavero, corde purissimo:
cum esses veritas nudata ad animum,
nolo te tangere, ne tuum mysterium
totum se dissipet in nihili vacuo,
nisi ab oculis tactum me sentiam
tuis, si subrideas, qui sunt caerulei:
tanta tua gratia.
Tua tanta gratia laudetur Dominus qui tecum maneat, in veri lumune:
Eius es speculum.
Differire
Declinando in visione mie parole
spirito chiedo all’ombra, se mai parla,
e traspongo il disegno dissoluto
che fingevo, così che qui mi resto
misurando, sul margine più esposto,
l’assillo scritto già impudentemente,
trascritto adesso in nuova ultima grazia
aspra, che mi costringe e pur mi sazia.
Vita del mio pensiero or si sospende
incautamente ai bordi della crepa,
ove l’anima incrini a me proibita,
da tua carne dischiusa: e vi dipani
l’allusione ove m’iteri l’epilogo
protratto.
*